Arte (S)conosciuta: Silvana Cenni, la donna che non è mai esistita

parole Andrea Lecchi

Probabilmente il nome di Felice Casorati (1883-1963) a molti lettori è sconosciuto: sì, perché, di fatto, a scuola non si studia (quasi) mai e perché i riflettori moderni lo hanno sempre un po’ scansato, preferendo nomi più noti come Picasso e Van Gogh. Tuttavia, la vita e l’opera di questo pittore piemontese non sono meno affascinanti di quelle di un qualsiasi altro artista. Nato a Novara nel 1863, fu un uomo davvero singolare: basti pensare che ha sempre ingannato tutti sulla sua data di nascita (persino l’Enciclopedia italiana redatta nel 1931!), dichiarando di essere nato tre anni dopo (non si conosce il perché di questa bizzarra scelta). Sebbene volesse diventare musicista, tuttavia già dai primi del Novecento egli si cimentò nella pittura con ottimi risultati. Il significato delle sue opere non è semplice da decodificare e, non a caso, già in vita fu additato come pittore cerebrale, etichetta che sempre respinse. Nel corso della sua vita la fortuna non sempre gli arrise: da giovane ebbe un esaurimento nervoso, si arruolò durante la Grande Guerra e perse il padre quando ancora era molto giovane. Di queste ultime due vicende la sua pittura reca segni tangibili e uno dei frutti della “seconda fase artistica” (i lettori perdoneranno questa semplificazione) è l’opera qui riprodotta: Silvana Cenni, risalente al 1922.

Felice Casorati, Silvana Cenni, 1922, tempera su tela, cm 205 x 105. Collezione privata

La donna che abbiamo davanti è sicuramente inquietante: è una figura quasi ieratica, rigida e, per così dire, spenta. La vita è tanto grande quanto la testa, gli occhi sono aperti appena e guardano in basso, dove scorgiamo una piccola asta, dei cubi, dei libri: un vero studio d’artista, dunque. A spegnere ancor più la figura femminile sono i colori gessosi. Inoltre le dimensioni accentuano l’inquietudine che la figura suscita: la tela misura ben due metri di altezza per uno di larghezza. Nondimeno, la qualità della pittura è notevole: basti osservare il bellissimo passaggio della mano, da cui si intuisce l’uso magistrale del chiaroscuro.

Ma chi è, insomma, Silvana Cenni? Secondo la studiosa Maria Mimita Lamberti, Silvana Cenni sarebbe il ritratto di Nella Marchesini, allieva di Felice Casorati. Tuttavia, in tempi più recenti, è stata avanzata una nuova interpretazione, secondo la quale non esisterebbe una Silvana Cenni in carne e ossa e quest’opera non sarebbe neppure il ritratto di Nella Marchesini. Tramite una serie di ragionamenti che qui, per brevità, non riportiamo, si è avanzata la fondata ipotesi che Silvana Cenni non sia una persona, bensì, volendo usare un termine non semplice, ma calzante, un meta-personaggio, ovvero una dimostrazione di artisticità, un frutto del lavoro mentale dell’autore: il ritratto è, pertanto, fittizio e al contempo anche allegorico, poiché l’atelier rappresentato, come nel caso di altre opere di Casorati, è allegoria del lavoro dell’artista (sopra abbiamo fatto riferimento alla presenza di diversi strumenti di lavoro dei pittori). Un altro procedimento adottato dal pittore per togliere il suo soggetto dalla vita reale, da un’effettiva somiglianza fisiognomica e storica, è quello di riprodurre, tale e quale, Silvana Cenni in moltissimi altri suoi disegni, come aveva fatto secoli prima nelle Storie della Vera Croce, Piero della Francesca, artista da cui Felice Casorati trasse molta ispirazione, a tal punto che la critica ravvisa somiglianze tra Silvana Cenni e la tavola centrale del Polittico della Misericordia, soprattutto per la disposizione delle braccia e per la forma del viso della Madonna, straordinariamente simili a quelle della misteriosa donna rappresentata da Casorati.

Piero della Francesca, Polittico della misericordia (scomparto centrale), 1445-1462, oro, tempera e olio su tavola, cm 273 x 330 ca. Sansepolcro (Arezzo), Museo Civico

Desidero ringraziare Filippo Bosco, perfezionando in Storia dell’Arte Contemporanea presso la Scuola Normale Superiore, che mi ha fatto conoscere questo pittore e mi ha fornito gli interessanti spunti interpretativi, cui sopra ho fatto riferimento (ancorché per sommi capi), per Silvana Cenni.

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